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Un breve aggiornamento sullo stato del settore healthcare

Paolo Bascelli, Milano, 09/05/2019

Il settore healthcare è nuovamente sotto la lente di ingrandimento degli analisti finanziari, dopo esserlo stato in occasione dell’approvazione da parte del Congresso degli Stati Uniti dell’Affordable Care Act (noto con l’acronimo ACA e rinominato anche Obamacare). La ragione del rinnovato interesse per le prospettive del settore proviene dalla proposta del senatore democratico Bernie Sanders, tra i candidati alle elezioni presidenziali USA che si terranno nel 2020, di adottare un sistema sanitario alla Beveridge, denominato “Medicare for All”.

 

Si possono distinguere tre modelli sanitari: alla Beveridge, alla Bismarck ed il modello delle assicurazioni private. Il sistema sanitario alla Beveridge prevede che l’erogazione dei servizi di assistenza e cura dei cittadini avvenga prevalentemente tramite enti pubblici e che il finanziamento di tali servizi avvenga tramite il gettito fiscale pubblico: questo è il modello di sistema sanitario adottato dall’Italia. Il sistema sanitario alla Bismarck, invece, è un modello basato sul principio assicurativo che garantisce al lavoratore e alla sua famiglia la copertura sanitaria in base ai contributi versati. I servizi e le prestazioni vengono erogati sia da enti pubblici che privati e tale sistema viene finanziato da contributi obbligatori versati sia dai datori di lavoro che dai dipendenti: questo è il modello di sistema sanitario adottato dalla Germania. Il modello delle assicurazioni private si basa sulla necessità di assicurarsi per ottenere la copertura sanitaria. I servizi vengono erogati da strutture private e i soggetti non assicurati ricevono solo il livello minimo dell’assistenza sanitaria: questo è il modello di sistema sanitario adottato dagli Stati Uniti.

 

L’Affordable Care Act ha consentito di aumentare la percentuale di popolazione coperta da assicurazioni sanitarie, senza però cambiare il modello di sistema sanitario, come invece è nei piani di Bernie Sanders con la sua proposta “Medicare for All”. Tale idea è di difficile attuazione sotto molteplici punti di vista. In primo luogo per far approvare una riforma di tale portata è necessaria una maggioranza molto forte da parte dei democratici, sia nella Camera dei Rappresentanti sia al Senato, oltre ad eleggere un Presidente degli Stati Uniti tra i democratici. In secondo luogo è necessario trovare le coperture finanziarie necessarie a mettere in atto il piano previsto dalla riforma: tutte le previsioni di coperture sono attualmente molto ottimistiche e nonostante ciò sono notevolmente inferiori rispetto ai costi stimati di attuazione. In terzo luogo l’erogazione dei servizi di assistenza e cura propri di un modello alla Beveridge comporta un grado di coordinamento tra governo federale e i singoli governi degli stati federali difficile da raggiungere, anche in considerazione del fatto che i singoli stati federali dovrebbero cedere parte della propria sovranità, conferendo al governo federale il potere di decisione in materia sanitaria. Date tutte le motivazioni esposte pare più opportuno considerare il “Medicare for All” come un escamotage politico, per spostare l’ago del dibattito pubblico e costringere i contendenti repubblicani a confrontarsi sul tema.
Dal punto di vista finanziario il settore healthcare, dopo un iniziale periodo di sbandamento in seguito all’approvazione dell’Affordable Care Act, è uscito più robusto attraverso le acquisizioni e le collaborazioni strette tra i concorrenti operanti nel settore ed è maggiormente in grado di assorbire shock esogeni. Tuttavia nei primi mesi del 2019, la performance del settore risulta molto inferiore (+3,97% da inizio anno) rispetto alla performance del principale indice di riferimento, lo S&P 500 (+15,36% da inizio anno). Tale differenza si deve a due ragioni diverse. La prima è riconducibile ad una rotazione dei portafogli finanziari da settori difensivi o anti-ciclici (come lo è il settore dell’healthcare) a settori pro-ciclici. La seconda ragione è che le aziende dell’healthcare non hanno partecipato al tracollo generale degli ultimi mesi del 2018, che hanno bruciato tutta la crescita registrata nel resto dell’anno: mancano quindi le condizioni per osservare un effetto di rimbalzo tecnico, come invece sta avvenendo per le azioni più penalizzate a fine 2018. In prospettiva, nonostante sia allo stato attuale altamente improbabile, l’approvazione della riforma del “Medicare for All” causerebbe forti pressioni al settore healthcare, ma con differenze. Ad essere penalizzate maggiormente, contrariamente a quanto si possa pensare, non saranno le società di assicurazioni che forniscono polizze sanitarie, bensì le case farmaceutiche, le quali dovranno necessariamente rivedere i prezzi dei propri prodotti al ribasso, per effetto delle trattative con il governo federale centrale previste dalla riforma. Si consiglia pertanto, in questo caso, di prediligere l’investimento in titoli di aziende specifiche, molto ben diversificate sia a livello di offerta di prodotti sia a livello geografico, piuttosto che un ETF che comprenda numerose aziende del settore healthcare, andando a privilegiare la qualità rispetto a un ottimizzazione rischio-rendimento precostruita.

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Disclaimer: Questo articolo è frutto delle opinioni di chi lo ha redatto e supervisionato. Nessun compenso viene ricevuto per l’espressione di queste opinioni. Si dichiara inoltre di non avere alcun rapporto commerciale con le società e gli enti di ricerca menzionati in questo articolo.

 

Nota bene: le azioni sono uno strumento altamente volatile, pertanto la quota posseduta di tale strumento all’interno del portafoglio deve essere coerente con la propensione al rischio dell’investitore. È consigliabile affidarsi ad un professionista in grado di gestire il rischio in modo efficiente.

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