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BTP Italia vs. BTP Futura

Paolo Bascelli, Milano, 06/07/2020

Il governo italiano, nell’ingrato compito di finanziare le spese per sostenere il reddito dei propri cittadini ed avviare la ripresa economica dopo la terribile esperienza del Coronavirus, attraverso il Dipartimento del Tesoro, sta collocando sui mercati finanziari alcuni Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) specificamente pensati per gli investitori retail: il BTP Italia con scadenza nel 2025 ed il BTP Futura con scadenza nel 2030. Quale tra i due strumenti risulta più conveniente? Innanzitutto compariamo le caratteristiche salienti dei due prodotti.

Fonte: Algo Financial Journal

Le differenze principali tra i due titoli risiedono nella durata, nella struttura dei tassi cedolari e nel premio fedeltà.

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Il BTP Futura avendo una durata doppia rispetto al BTP Italia presenta a parità di condizioni, un rischio maggiore sia per un possibile aumento dei tassi di interesse (che potrebbero rendere meno conveniente tenere l’obbligazione in portafoglio) sia per una maggiore probabilità di insolvenza (nessun asset finanziario può ritenersi completamente risk-free).

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La struttura delle due obbligazioni è molto diversa: da una parte si ha il BTP Italia che offre un tasso di interesse minimo reale garantito più una copertura dal rischio di inflazione rendendo di fatto variabile il tasso cedolare (salvo i casi in cui il coefficiente di indicizzazione basato sul FOI escluso tabacchi risultasse negativo o pari a zero); dall’altra parte si ha il BTP Futura con un meccanismo di cedole step up ossia fisse e crescenti nel tempo, senza alcuna re indicizzazione delle cedole e rivalutazione della quota capitale per tenere conto di un possibile aumento dell’inflazione.

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Per quanto riguarda il premio fedeltà invece, esso è superiore nel BTP Futura rispetto al BTP Italia anche solo considerando il minimo garantito dell’1%. Tuttavia occorre fare alcune osservazioni in merito. In primo luogo è bene ricordare che per avere diritto al premio fedeltà bisogna mantenere il titolo in portafoglio dal periodo di emissione fino alla scadenza ed a parità di condizioni è più probabile che ciò avvenga per l’obbligazione con la durata minore, ossia il BTP Italia. In secondo luogo bisogna cercare di stimare le prospettive di crescita media del PIL nominale annuo italiano da oggi al luglio 2030. Per farlo possiamo usare come traccia ciò che è avvenuto in passato.

Fonte: Dipartimento per la programmazione ed il coordinamento della politica economica

Come si può notare dal grafico i risultati sono stati tutt’altro che entusiasmanti. Esiste pertanto la concreta possibilità che il premio fedeltà del BTP Futura possa attestarsi sul minimo garantito dell’1%. A questo punto potrebbe essere eccepito dai più attenti, che il PIL italiano per il prossimo anno è previsto in aumento del 6,3% (stima del Fondo Monetario Internazionale): si tratta tuttavia di un dato eccezionale, che pesa solo per 1/10 sul tasso medio di crescita annuale del PIL rilevato dall’emissione alla scadenza dell’obbligazione. Basandosi sulle considerazioni appena svolte e ritenendo pertanto più probabile un premio fedeltà pari all’1%, il BTP Italia garantirebbe solo un 2 per mille in meno rispetto al BTP Futura, scadendo però molto prima.

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In conclusione, tenendo conto che bisogna attendere la fine della fase di collocamento del BTP Futura per avere i tassi definitivi, che potrebbero essere ritoccati leggermente verso l’alto (quelli comunicati il 3 luglio sono provvisori e minimi), tra i due strumenti è da preferirsi il BTP Italia, a fronte di una durata inferiore e quindi di un minor rischio legato ad un possibile rialzo dei tassi di interesse, ma soprattutto per la protezione garantita contro una possibile accelerazione inattesa del tasso d’inflazione, grazie alla re indicizzazione semestrale delle cedole ed alla rivalutazione della quota capitale.

 

Disclaimer: Questo articolo è frutto delle opinioni di chi lo ha redatto e supervisionato. Nessun compenso viene ricevuto per l’espressione di queste opinioni. 

Si dichiara inoltre di non avere alcun rapporto commerciale con le società, le persone e gli enti di ricerca menzionati in questo articolo.

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