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La distinzione tra redditi da capitale e redditi diversi

Paolo Bascelli, Milano, 13/06/2019

1. Riferimenti legislativi e definizione di redditi da capitale e redditi diversi

  • In Italia la tassazione delle rendite finanziarie è proporzionale, ossia l’aliquota è unica e costante qualunque sia l’imponibile.

 

  • I proventi derivanti dalle rendite finanziarie si possono suddividere in due grandi categorie: i redditi da capitale ed i redditi diversi. I redditi da capitale ed i redditi diversi sono disciplinati, rispettivamente, agli artt. 44-45 ed agli artt.67-71 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).

 

  • La distinzione tra queste due tipologie di reddito è un concetto basilare e fondamentale per ottimizzare l’aspetto fiscale insito nella gestione di un portafoglio di strumenti finanziari. Ottime asset allocation strategiche e tattiche infatti, se accompagnate ad una lacunosa ed errata conoscenza della materia fiscale nel campo degli investimenti finanziari, possono portare complessivamente a rendimenti non in linea con le attese del gestore e dell’investitore.

 

  • Si configurano come redditi da capitale quei proventi che vengono corrisposti in relazione all’impiego del capitale e che quindi originano dalla struttura del prodotto finanziario in cui il capitale è investito. Volendo fornire un esempio chiarificatore basti pensare a quanto segue: un investitore, comprando le azioni/obbligazioni di una società quotata, ha diritto al dividendo/alla cedola staccato dalle azioni/obbligazioni che possiede. Il dividendo azionario e la cedola obbligazionaria sono redditi da capitale.

  • Si configurano come redditi diversi invece, i proventi derivanti dalla rivalutazione positiva (plusvalenza) o negativa (minusvalenza) del capitale impiegato (per rivalutazione si intende la differenza tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto).

N.B.: Quanto sopra riportato costituisce il quadro generale, ma occorre entrare nello specifico perché vi sono diverse declinazioni in base allo strumento finanziario considerato e su queste declinazioni si articola la compensazione tra minusvalenze e plusvalenze.

2. Compensazione tra minusvalenze e plusvalenze e quadro riassuntivo delle componenti reddituali degli investimenti finanziari

  • La distinzione operata nel paragrafo precedente serve come base per comprendere il meccanismo di compensazione tra minusvalenze e plusvalenze. Infatti è possibile non pagare le tasse su una plusvalenza realizzata se in precedenza è stata realizzata una minusvalenza di pari importo. Tale meccanismo non vale al contrario, ossia se si realizza una plusvalenza prima di realizzare una minusvalenza non si applica il meccanismo della compensazione.

  • Dal momento in cui si è originata la minusvalenza, l’investitore ha il resto dell’anno in cui ha maturato la minusvalenza ed i 4 anni di tempo successivi per compensarla con una plusvalenza, dopodiché perde il diritto ad usufruire di tale “credito fiscale”.

  • L’aspetto più importante da tenere in conto per la compensazione di minusvalenze e plusvalenze è il seguente: sono compensabili tra loro solo ed esclusivamente i redditi diversi. 

 

Il quadro sotto riportato raggruppa tutte le componenti di reddito distinguendole tra redditi da capitale e redditi diversi.

Fonte: Algo Financial Journal

* Contrariamente a quanto previsto dal quadro generale le plusvalenze di ETF e fondi sono redditi da capitale. Pertanto non è possibile compensare la minusvalenza realizzata sulla liquidazione di un ETF o di un fondo con una plusvalenza successiva realizzata sulla liquidazione di un ETF o di un fondo.

 

Disclaimer: Questo articolo è frutto delle opinioni di chi lo ha redatto e supervisionato. Nessun compenso viene ricevuto per l’espressione di queste opinioni.

 

Nota bene: L’articolo è stato redatto sulla base delle normative vigenti alla data riportata in calce all’articolo. Si declina ogni responsabilità legata ai risultati conseguiti per effetto dell’applicazione dei concetti sopra esposti.

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