L'indice Italia
Vanni Lanzoni, Global Financial Planner, Milano, 27/12/2018
A mio avviso esistono diversi fattori che dovrebbero indurci ad un aumento dell’Italia nei nostri portafogli (senza esagerare). Sappiamo che il peso del nostro Paese all’interno del MSCI World (indice azionario mondiale) è assolutamente marginale, intorno al 1% (mentre il pil italiano è il 2,5% di quello mondiale), pertanto allocare un 5-10% in titoli, etf o fondi Italia è già da considerarsi un sovrappeso.
Sono certo che molti accoglieranno con scetticismo questa mia scelta, anzi devo proprio premettere che la maggior parte di gestori di fondi sono tendenzialmente negativi nei confronti dei titoli azionari ed obbligazionari targati Italia, ma io preferisco fare analisi sui dati e non mi spaventa intraprendere un sentiero di distopìa al contrario.
Non si può negare che la lista di problemi endemici di casa nostra sia decisamente lunga (non ultima la fase recessiva evidenziata nel report dell’ultimo trimestre -0,1%), ma se si ragiona in un orizzonte temporale di almeno 5 anni (10 anni meglio ancora), questa lista nera la si può già considerare, in buona parte, scontata nei prezzi.
Inutile dilungarsi in lunghe dissertazioni che avrebbero come unico obiettivo quello di fare analisi omnicomprensive per cercare di includere tutte le variabili e come unico effetto quello di avere le idee più confuse di prima. Preferibile andare al sodo.
Sappiamo che molto del destino della nostra economia reale è legato a scelte politiche più o meno espansive, ma noi dobbiamo saper individuare quando un asset ha prezzi inferiori al suo valore, indipendentemente dal contesto in cui si trova.
Allora qui ora cercherò di valutare l’asset Italia rispetto ai suoi prezzi attuali.
Come solito mi appoggerò a due tipi di analisi:
ANALISI QUANTITATIVA
Uno dei parametri più adottati per interpretare la sopra/sotto valutazione di un indice è il CAPE (ideato dal premio nobel Robert Shiller, argomento che riprenderemo in futuro), indica la nostra piazza tra le 12 più sottovalutate a livello mondiale.
ANALISI TECNICA
Il grafico settimanale dell’indice italiano più importante, ossia lo S&Pmib 40, mostra come il 2018 abbia registrato una forte discesa del 18% , un periodo molto simile al periodo febbraio 2015-giugno 2016, in cui si è formato il secondo minimo dal 2012. I due minimi costituiscono l’attuale trendline tracciata in grassetto
blue che passa per un valore tra i 18000 ed i 17757 (possibile terzo minimo) da cui l’indice ha buone chances di rimbalzare.
Certamente il cambio di direzione dipenderà molto da quello che succederà nel mondo, da come si comporterà la fed (alzerà o meno i tassi? E per quante volte?),
da come si comporteranno Trump ed i cinesi nella loro guerra commerciale), ma nel frattempo accumulerei un po’ di Italia.
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